Stress da lavoro: come trovare la calma con il respiro
Stress da lavoro? Bisognerebbe lavorare per vivere e non vivere per lavorare, così dicevano.
Tuttavia soprattutto negli ultimi anni sembra diventato il contrario.
Le persone sono sottoposte a orari lavorativi impossibili e ritmi stressanti, imposti da parte di aziende e capi, che a loro volta si trovano a fare i conti con bilanci e numeri da portare in attivo. Ho amici e amiche che entrano in ufficio la mattina presto e escono la sera tardi dopo il tramonto. Spesso si portano il lavoro a casa sia dopo cena che nel weekend. Le ore di sonno diminuiscono, le possibilità di fare sport o attività fisica per mantenere le difese immunitarie alte si riducono a zero, ci si alimenta di conseguenza male e a caso. Lo stress da lavoro non solo porta ad una condizione psicologica instabile, ma aumenta il rischio di ammalarsi.
Ho deciso di lasciarti un esercizio pratico per sperimentare un benessere partendo dal respiro, nel mio episodio del podcast
È un gatto che si morde la coda, un circolo vizioso da cui risulta pressoché impossibile uscire.
Quanto è dannoso nella pratica questo approccio?
Cosa è lo stress da lavoro?
Lo stress da lavoro o stress lavorativo può essere definito come un danno fisico e una risposta emotiva che interviene quando le caratteristiche del lavoro non corrispondono alle capacità, risorse o bisogni dei lavoratori (EU-OSHA, 2009).
In Italia a differenza di tanti altri paesi, purtroppo, l’abitudine è quella di richiedere continui risultati e costanti riscontri ai dipendenti che si trovano quindi a fare le notti in ufficio alla ricerca di conti, bilanci e idee. Viene da sé che se una persona vive in modo stressato risulterà difficile produrre risultati soddisfacenti.
Vi faccio un esempio pratico: ad un art director che lavora in un’agenzia di comunicazione viene richiesto di produrre continuamente idee e immagini che siano accattivanti e convincenti per le persone. Tuttavia è un dato di fatto che quando si è stressati risulta pressoché impossibile essere creativi. L’energia creativa resta bloccata all’interno del corpo, il respiro corto ostacola il fluire libero dei pensieri e i tempi stretti riducono la possibilità del dipendente di lasciarsi ispirare. Non è altro che un blocco dello scrittore, causato dalle aspettative e dalla precarietà magari di un posto di lavoro.
Come si combatte lo stress da lavoro? Se ci fosse un manuale d’uso diventerebbe presto un bestseller. Un approccio che sta avendo molto riscontro, in tantissime aziende soprattutto straniere, è quello della mindfulness. Imparare a restare nel momento presente, può portare infiniti benefici al proprio modo di gestire lo stress da lavoro.
Cosa è la mindfulness?
“Uno stato di coscienza o processo mentale caratterizzato da un’attenzione consapevole, libera da valutazioni e focalizzata sul presente, verso l’esperienza interna ed esterna e priva di reazioni verso di essa”.
L’obiettivo della mindfulness è quindi quello di restare consapevole nel “qui e ora” senza giudizio e di accogliere pensieri, emozioni senza giudicarle. Come un osservatore esterno. Questa pratica attribuisce molta importanza all’unità mente e corpo, infatti la sintonia tra questi due è necessaria per un benessere profondo. Proprio per questo quando si svolgono delle pratiche di mindfulness si entra in contatto profondo con il proprio corpo.
Nonostante questa pratica derivi dal buddismo, è totalmente atea. A differenza della meditazione statica, è un metodo che può essere applicato mentre si vive la quotidianità. Posso fare una pratica di mindfulness mentre cammino, mangio, faccio la doccia e per l’appunto anche mentre lavoro.
Il respiro consapevole come rimedio allo stress
Quando si vive una situazione stressante nel corpo avvengono delle modificazioni spontanee. Una delle prime cose a modificarsi è il respiro. Avete presente come respirano i bambini piccoli? Di pancia, cioè in maniera completa e profonda. Ecco, quel tipo di respirazione risulta difficile per molti adulti, mano a mano che si cresce si “disimpara” se possibile, a respirare in quel modo. La respirazione di un adulto medio, risulta spostata nella parte alta del petto, breve e continua. I respiri all’interno di una giornata aumentano ma la qualità del respiro diminuisce. Quando l’aria si blocca alla prima metà del petto, cioè il diaframma non si abbassa, ne si distende, ma compie solo piccoli movimenti e continui, viene prodotto ulteriore stress. Avete presente la sensazione di “Non riesco a far entrare abbastanza aria in corpo?” Ecco, è proprio questa la sensazione.
Body scan: un esercizio pratico di mindfulness da fare alla scrivania
Il body scan o scansione del corpo è un esercizio in cui si porta intenzionalmente l’attenzione nelle varie zone del corpo, con l’intento di sentirle autenticamente.
Vi siete mai chiesti quanto siete connessi al vostro corpo? Per esempio possono trascorrere intere settimane senza percepire i propri piedi o le spalle, fino a che magari non insorge un fastidio o un dolore. Ci si dimentica della loro esistenza. Come si può dimenticare di percepire il proprio corpo? Tuttavia in una condizione stressante e in cui si fa fatica a gestire il tempo, questo accade automaticamente.
Eseguendo questa pratica, possiamo ritagliarci del tempo, per riappropriarci del nostro corpo. Solitamente si esegue in un momento in cui si è sicuri di non essere disturbati, bastano veramente 5 minuti. In una posizione rilassata si inizia a percepire ogni parte del corpo, non solo pensandola, ma sentendola davvero, spostando tutta la propria attenzione lì. Dalle dita dei piedi, fino alla sommità della nuca. Si può percepire un senso di benessere e una sensazione di rilassamento profondo.
E tu, come gestisci lo stress da lavoro?
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